“I miei saluti a te, mia Germania.”
“Vancouver! Vancouver! Eccola! Ecc...”
“La più carina, ora litigate per decidere.”
“Nessuno ha capito?”
“Io vivo.”
“Mio Dio. Cos'è successo?”
“Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto.”
“Sto andando nell'inevitabile.”
“È stato tutto abbastanza amabile.”
“Perché no? Perché no? Perché no? Perché no? Yeah.”
“Colpite la tenda.”
“Si, sono io.”
Io non ti veggo più.[Con queste parole Giacomo Leopardi, il 14 giugno 1837, prese congedo dalla vita e dal suo amico Ranieri, che lo assisteva negli ultimi istanti insieme con la sorella Paolina e ad altri suoi parenti, mentre il cocchiere lo attende in strada per riportarlo a Villa Ferrigni. Racconta il Ranieri: "La Paolina gli sosteneva il capo e gli asciugava il sudore che veniva giù a goccioli da quell’ampissima fronte [...] aperti più dell’usato gli occhi, mi guardò più fisso che mai. Poscia pronunciò le sue ultime parole, come sospirando. E cessò di respirare; e il polso né il cuore non battevano più"].
“È così duro morire.”
“Hanno cercato di prendermi - Io li ho presi per primo.”