“Straniero. Chi appartiene a un altro paese, inferiore al nostro. Un mostro considerato con un grado di tolleranza variabile, a seconda della sua capacità di conformarsi agli eternivalori delle nostre opinioni e al mutare dei nostri interessi.”
“A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che «ogni straniero è nemico». Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezionelatente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all'origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager.”
“Il mio accento straniero tradiva le mie origini straniere e mi marchiava come 'nemico' nelle menti dei produttori.”
“Emigranti. Pure noi siamo stati un popolo di emigranti. Sembra che nessuno se ne ricordi. Il nonno di Giovanni aveva disegnato santini e angeli per biglietti di auguri, volti di donne lontane per cartoline d’amore, cavalli dalle briglie sciolte che prendevano il volo verso patrie dimenticate. Non aveva mai smesso di coltivare un’abitudine appresa in terre lontane, scriveva lunghe frasi in inglese che abbandonava sulle panchine, sgrammaticate, zeppe di errori, ma era la lingua del popolo, imparata per sopravvivere. Povera gente andata al di là del mare, a bordo di inaffondabili Titanic, per fare fortuna, anche se spesso la fortuna restava un fiore non colto. Francesco diceva sempre di averla trovata quella fortuna, il viaggio aveva dato un senso alla sua vita, aveva conosciuto mondi nuovi ed era riuscito a superare difficoltà insormontabili. A quel tempo eravamo gli italianimafiosi, mangiaspaghetti, banditi e traditori, brutti, sporchi e cattivi, come in un vecchiofilm di Ettore Scola. Il nonno aveva attraversato strade polverose, conosciuto paesi dei quali non ricordava i nomi, amato donne dai sorrisimisteriosi, nascosto malinconie quando si sentiva disprezzato e rifiutato. Non era americano, tanto bastava…”
“Più ho viaggiato e più mi sono resa conto che la paura rende straniera gente che dovrebbe essereamica.”
“Io credo che solo gli stranieri dovrebbero correre per la presidenza... Pensateci, la presidenza è un lavorosporco. E chi fa i lavori sporchi che non vogliamo più fare noi meglio degli stranieri?”