“I miei tatuaggi sono la mia vita, quello che è disegnato sul mio corpo voglio che rimanga per sempre.”
“Provengo da una semplice famigliaborghese di periferia. Sono i miei tatuaggi a ricordarmi dei luoghi in cui sono stato.”
“All’epoca dell’Urss tatuare era ritenuto un crimine in sé, e per questa attività si andava in galera.”
“I tatuaggi bisogna «soffrirli». Dopo aver vissuto qualcosa di particolare, lo si racconta tramite il tatuaggio come in una specie di diario.”
“M’interessavano i soggetti non solo per motivi legati alla tradizione criminale, ma anche per il loro valore artistico. Già nella fase di studio dei disegni, ho cominciato a chiedermi e a chiedergli perché ogni tatuaggio non poteva essere inteso esclusivamente come un’opera d’arte, piccola o grande che fosse. Per la sua filosofia, il tatuaggiocriminale era la forma d’arte piú pura che esisteva al mondo.”
“Se tutti sono tatuati il tatuaggio smette di significare, perde definizione per diventare decorazione, manierismo, modaiolismo.”