“Quanto è mai disgraziato quel padre che, dopo aver amato teneramente un figlio e dopo essersi prodigato per farne un galantuomo, si ritrova, alla fine, dinnanzi a un furfante, che lo disonora!”
E' che non è vero che i figli hanno la loro vita, hanno anche la nostra vita, e noi abbiamo la loro. [...] Ma noi non chiediamo più nulla ai figli, neanche "come stai". Abbiamo paura di disturbare. Di interrompere il loro sonno chiamato giovinezza. Quando gli chiediamo di studiare, siamo patetici. Glielo chiediamo così, perché si fa, perché ci è rimasto dalla tradizione che un figlio deve studiare, ma non lo sappiamo neanche più bene noi perché; e loro lo sentono che glielo chiediamo senza scopo, sentono che dietro quella richiesta c'è il vuoto. Perché in fondo non c'è più niente che vogliamo da loro.
“Anche a me piacerebbe tanto viaggiare: si ha la possibilità di fareincontri eccezionali, di conoscere donne di tutte le razze. Mi piacerebbe avere figli di tutti i colori: rossi, gialli... Pensi che soddisfazione! Così, come un mazzo di fiori di campo.”
“- Michele: ...a parlare con un estraneo che ci vuole: è a parlare col padre che è difficile...che...ma poi chi l'ha detto che padre e figlio devono parlare?- Marcello: Noi abbiamo parlato di tutto pur di non parlare di niente.”
“- Michele: Bastava che ti facessi i cazzi tuoi...- Marcello: Io non mi sarei mai permesso di dire a mio padre di farsi i cazzi suoi.- Michele: Si vede che se li faceva...se non se li faceva hai fatto male a non dirgli di farseli.”
“Credevo che fossero i figli a creare grattacapi ai genitori. Non va così, di solito?”