“Lo stato moderno non ha più nient'altro che diritti: non riconosce più i doveri.”
“Quelli prìncipi o quelle repubbliche le quali si vogliono mantenere incorrotte hanno, sopra ogni altra cosa, da mantenere incorrotte le cerimonie della religione, e tenerle sempre nella loro venerazione; perché nissuno maggiore indizio si puote avere della rovina di una provincia che vedere dispregiato il culto divino.”
“Perché simile principe non può fondarsi sopra a quello che vede ne’ tempi quieti, quando e’ cittadini hanno bisogno dello stato; perché allora ognuno corre, ognuno promette, e ciascuno vuole morire per lui, quando la morte è discosto; ma ne’ tempi avversi, quando lo stato ha bisogno de’ cittadini, allora se ne truova pochi.”
“Colui che desidera o che vuole riformare uno stato d'una città, a volere che sia accetto e poterlo con soddisfazione di ciascuno mantenere, è necessitato a ritenere l'ombra almanco de' modi antichi, acciò che a' popoli non paia aver mutato ordine, ancorché in fatto gli ordini nuovi fussero al tutto alieni dai passati: perché lo universale degli uomini si pascono così di quel che pare come di quello che è: anzi molte volte si muovono più per le cose che paiono che per quelle che sono.”
“Ogni nuovo riuscito esempio di una perfetta separazione tra le questioni ecclesiastiche e civili, è importante, e non ho dubbi che ogni nuovo esempio avrà successo, come è stato per ogni esempio passato, nel mostrare che la religione e il governo esisteranno entrambi in una maggior purezza quanto meno saranno mischiati tra loro.”
“Lo Stato è come la religione, vale se la gente ci crede.”