“Brutta bottana industriale socialdemocratica!”
“Era chiaro che la visita a quella casa del dolore aveva lasciato in lui una traccia profonda. Rjuchin cercava di comprendere che cosa lo affliggesse. Il corridoio con le lampade azzurre gli si era fissato nella memoria? Il pensiero che sulla terra non c'è sciagura peggiore della perdita della ragione? Sì, sì, naturalmente, anche questo. Ma questo era in qualche modo un pensiero generico. E invece c'era qualcosa d'altro. Che cos'era? L'offesa, ecco cos'era. Sì, sì, le parole offensive lanciategli da Bezdomnyj direttamente sul viso. E il dolore non era nel fatto che erano offensive ma che contenessero una parte di verità.”
“Io non lancio insulti, ma posso insegnarvi a lanciarne uno dato che me l'avete chiesto.”
“- Ho fatto un sogno. Tu mi insultavi, Dave. Più volte.- Io? È molto strano, eh?- No, ha abbastanza senso.”
“Se ho calpestato a volte qualcuno perché sono al vertice, non ci posso far niente. Cosa dovrei fare se qualcuno si sente offeso, ritirarmi?”
“Come molte donne, considerava la logica un’offesa.”