“Passeggiare è quiete in movimento, consapevolezza in flusso.”
"Che devo fare?", chiedo ai medici dei miei malanni. "Cammini - dicono - non smetta mai di camminare". "Ma è faticoso", dico. E loro: "Cammini anche con fatica e dolore". Così cammino, come dai primi anni della mia vita, come a noi uomini è toccato di fare dalla preistoria allo sbarco sulla luna, dove camminare sarebbe facile perché non c'è gravità, ma devi procedere a balzi. Quanto hanno camminato gli uomini!
“[Quando si percorre il mondo a piedi] la vita assume una drastica semplicità. Il tempo perde il suo consueto significato. Quando è buio si va a dormire, quando fa giorno ci si alza, e tutto ciò che sta in mezzo sta semplicemente nel mezzo. In realtà è una cosa fantastica. Si cessa di avere impegni, doveri, obblighi, ambizioni particolari, per lasciare posto solo ai desideri più semplici e meno complicati; si vive insomma in una specie di oziotranquillo, serenamente al sicuro dalle situazioni esasperanti, «ben lontani dalla prima linea», per usare le parole dell’esploratore e botanico William Bartram. Basta la volontà di continuare a camminare.”
“[Camminando] perlopiù non si pensa. Non c’è nulla da pensare. Piuttosto, si esiste in una specie di mobile stato zen, con il cervello come un palloncino appeso a un filo, che accompagna il corpo senza esserne realmente parte.”
“Le distanze cambiano drammaticamente, quando si percorre il mondo a piedi. Un chilometro diventa un bel pezzetto di strada, tre chilometri sono una distanza decisamente ragguardevole, venti è roba da stramazzare, ottanta sono pressoché inconcepibili. Il mondo, ci si rende conto, è enorme in un modo che solo una ristretta comunità di pellegrini può comprendere.”
“Uso spesso il computer per comporre, ma in genere le idee migliori mi vengono mentre cammino per la strada. E devo stare attento a imboccare strade semi-deserte per non essere preso per pazzo dai passanti.”