“Viaggiatore di fine giornatadi collo magro, di fronte stempiata.”
“Il viaggiatore può percorrere le sale sovrapposte, salire fino alle garitte, affacciarsi al balcone sul fiume e dispiacersi di non potersi vedere affacciato in un luogo tanto bello, e infine scendere fino alla zona più profonda, dove un tempo si tenevano i prigionieri.”
“Il viaggiatore esce nella via, è un viaggiatore smarrito. Dove andrà? Che luoghi andrà a visitare? Che altri tralascerà, per deliberazione propria o impossibilità di vedere tutto e parlare di tutto? E che cosa significa vedere tutto?”
“Siamo curiosi, rumorosi, avventurosi, frettolosi, generosi. Leggiamo poco e compriamo troppo. Siamo complessivamente onesti, e giustamente diffidenti. Siamo tolleranti. Mentre gli stranieri che visitano l’Italia si innervosiscono quando s’imbattono in altri stranieri, noi italiani, incontrando altri italiani, festeggiamo l’avvenimento, manifestando un orgoglio nazionale che in patria teniamo ben nascosto.”
“Poveroturista, poliglotta involontario. Viaggia portando con sé traveller’s cheques (per non farsi soffiare il cash), che rappresentano il budget dell’intera vacanza. Nel portafoglio tiene i vouchers per lunch e dinner (se qualcuno li chiamasse «buoni», gli sembrerebbe di tornare alla mensa aziendale). Durante lo stop-over, stravolto dal jet-lag, si trascina per la hall dell’albergo in cerca della reception (se gli dicessero «Vada pure al ricevimento» risponderebbe: «Grazie, non sono stato invitato»). Finalmente, la receptionist gli domanda se parla inglese. Lui, smarrito, fa segno di no con la testa. Sbaglia. Alla domanda «Do you speak English?» dovrebbe rispondere: «Certo. Ma mi piacerebbe sapere cosa dico».”
“Non esistono luoghi noiosi. Esistono solo viaggiatori impreparati.”