“La devozione è una vera malattia dell'anima; si ha un bel fare, è impossibile correggerla.”
“Nutrire l’affamato, accogliere lo straniero, visitare l’ammalato sono gesti di restituzione e, dunque, atti di giustizia, ma per Gesù sono anche veri e propri gesti di devozione. Chi li compie è come se onorasse e rendesse culto a Dio stesso. Gesù avrebbe potuto dire: benedetti voi che andate tutte le settimane al tempio e pagate l’obolo, e invece no. Se avesse parlato ai nostri giorni, avrebbe potuto dire: benedetti voi che fate la comunione tutte le domeniche, che andate ai santuari mariani, che andate dal papa alle giornate mondiali della gioventù, che versate l’otto per mille alla Chiesa cattolica..., e invece non dice niente di tutto questo.”
Non riesco proprio a comprendere le troppe crociate e i numerosi silenzi che le gerarchie cattoliche a volte perpetuano contro divorzio, aborto, fine vita. A volte chiudono le porte delle chiese anche ai suicidi, solo alcuni... dipende dal nome. Eppure, il brano evangelico di Matteo non fa sconti: bisogna addirittura pregare per i propri persecutori, cioè per chi ci odia, per chi è lontano da noi e dal nostro modo di pensare. Dimentichiamo spesso questi “incoraggiamenti” evangelici, in favore di pratiche devozionali fini a se stesse.
“La devozione è inutile. E se una cosa è inutile, che motivo c’è d’invidiarla?”
“Ho veduto la gente sacrificare giovinetti e vergini ai piedi di questo idolo, e chiamarlo Dio; mescere vino e profumi ai suoi piedi e chiamarlo Re; bruciare incenso dinanzi alla sua immagine e chiamarlo Profeta; inginocchiarglisi davanti, adorarlo e chiamarlo Legge; combattere e morire per esso e chiamarlo Patriottismo; sottomettersi al suo volere e chiamarlo Ombra di Dio sulla Terra; distruggere e demolire case e istituzioni nel suo nome e chiamarlo Fraternità; lottare, rubare e lavorare per esso e chiamarlo Fortuna e Felicità; uccidere nel suo nome e chiamarlo Uguaglianza. Quest’idolo ha vari nomi, ma una sola realtà. Ha molti aspetti, ma è costituito di un solo elemento. In verità, è un’afflizioneeterna che si trasmette di generazione in generazione.”
“Se le persone non fossero accecate dallo zeloreligioso, si renderebbero conto delle imperfezioni delle loro guide spirituali, disprezzandole.”