Sul fondo di un fiume, una classe di pesciolini ascoltava il maestro che spiegava il pericolo rappresentato dagli ami, e tutti disegnavano degli ami in modo da essere in grado di riconoscerli. Ebbene, uno dei pesciolini, annoiato da quella lezione, scivolò fuori dalla classe per andare a passeggio. Improvvisamente, scorse un piccolo verme che si agitava nell’acqua, e siccome cominciava ad aver fame, si precipitò ad afferrarlo. Sentì allora qualcosa penetrargli violentemente nella gola. Dibattendosi, riuscì a sfuggire, ma in quale stato! Ritornò a scuola mogio mogio, si avvicinò al maestro e promise che in futuro sarebbe stato più attento. "Oh, - direte voi - è una storia per bambini!" Sì, ma quanti adulti non sono più ragionevoli di quel pesciolino! Fanno solo di testa loro, credendo di poter fare a meno delle lezioni dei saggi. Con una simile mentalità si espongono al rischio di essere presi ad ogni sorta di amo, ma avranno anch’essi la fortuna di poter sfuggire?

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Omraam Aivanhov
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Nato 1900 a Serbtzi
Morto 1986 a Fréjus

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Il Grande Maestro e il Guardiano condividevano l'amministrazione di un monastero zen. Un giorno, il Guardiano morì e fu necessario sostituirlo. Il Grande Maestro riunì tutti i discepoli per scegliere chi avrebbe avuto l'onore di lavorare direttamente al suo fianco. "Vi esporrò un problema - disse il Grande Maestro - e colui che lo risolverà per primo sarà il nuovo Guardiano del tempio". Terminato il suo brevissimo discorso, collocò uno sgabellino al centro della stanza. Sopra c'era un vaso di porcellana costosissimo, con una rosa rossa che lo abbelliva. "Ecco il problema", disse il Grande Maestro. I discepoli contemplavano, perplessi, ciò che vedevano: i disegni raffinati e rari della porcellana, la freschezza e l'eleganza del fiore. Che cosa rappresentava tutto ciò? Cosa fare? Qual era l'enigma? Dopo alcuni minuti, uno dei discepoli si alzò, guardò il Grande Maestro e gli allievi tutt'intorno. Poi, si avviò risolutamente al vaso e lo scagliò per terra, mandandolo in frantumi. "Tu sarai il nuovo Guardiano", disse il Grande Maestro all'allievo. E non appena questi fu tornato al suo posto, spiegò: "Io sono stato molto chiaro: ho detto che vi trovavate davanti a un problema. Non importa quanto bello e affascinante esso sia, un problema deve essere eliminato. Un problema è un problema; può trattarsi di un rarissimo vaso di porcellana, di un meraviglioso amore che non ha più senso, o di un cammino che deve essere abbandonato, ma che noi ci ostiniamo a percorrere perché ci fa comodo… C'è solo una maniera di affrontare un problema: attaccandolo di petto. In quei momenti, non si può né avere pietà, né lasciarsi tentare dall'aspettoaffascinante che qualsiasi conflitto porta con sé".


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