“I prossimi leghisti saranno i nipoti degli extracomunitari.”
“C’è democrazia senza i partiti?”
“Non è senza significato che tutte le esperienze totalitarie – di destra e di sinistra – abbiano avuto come proprio fulcro il Partito (un partito di mobilitazione e di amministrazione insieme, custode dell’ideologia e monopolista delle istituzioni). E che tutte si siano rette su un culto della personalità assoluto che saldava, appunto, gregarismo delle masse e senso di insostituibilità dei capi, bisogno di adorazione delle folle e megalomania degli individui.”
“Non poteva sopravvivere quel modello di partito – in quell’assetto – nell’epoca della interdipendenza globale e dell’esternalizzazione, dei sistemi reticolari a geometria variabile e della gestione sistematica dell’incertezza e della imprevedibilità. ”
“C'è la tendenza apparentemente contraddittoria dei partiti «rivoluzionari», «sovversivi», «antisistema» – dei «partiti di mobilitazione» – a generare al proprio interno gruppi dirigenti fortemente oligarchici. A diventare, per certi versi, i piú oligarchici di tutti: ed è il «carattere militante» del partito. Il suo essere «un’organizzazione di guerra» (sia pure a bassa intensità).”
“Nel Regno Unito come in Francia, persino nella tetragona Germania, quello che era stato il protagonista indiscusso dello spaziopubblico novecentesco, il partitopolitico, è sempre meno presente tra le maglie della società, a strutturarne la vita pubblica, e sempre piú galleggiante sulla superficie con «legamideboli» e forme di loyalty effimere. ”