“Chi prende la spada, morirà di spada. Ma chi l'abbandona morirà sulla croce.”
“In Italia per trenta anni sotto i Borgia ci sono stati guerra, terrore, criminalità, spargimenti di sangue. Ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo, il Rinascimento. In Svizzera vivevano in amore fraterno, avevano cinquecento anni di pace e democrazia. E cosa hanno prodotto? L’orologio a cucù!”
“È picchiar sodo, questo, signori. Staremo a vedere chi picchierà più a lungo. (durante la battaglia di Waterloo).”
“Se non poniamo fine alla guerra, la guerra porrà fine a noi.”
“Mediante il tributo di milioni di morti, l'uomo ha conquistato il suo diritto di vita sulla terra, ed essa è sua contro chiunque venga per conquistarla.”
“Questa non è una guerra, come non c'è mai stata guerra tra gli uomini e le formiche.”
“Certamente, se non abbiamo appreso nient'altro, questa guerra ci ha insegnato la pietà per quelle creature irragionevoli che subiscono il nostro dominio.”
“Facciamo ciò per cui siamo nati, ciò per cui siamo stati addestrati... Nessun prigioniero... Nessuna pietà.”
"Ricorda chi eravamo". L'ordine più semplice che un re possa dare. "Ricorda perché siamo morti". Lui non desiderava tributi, o canzoni, o monumenti, o poemi di guerra e coraggio. Il suo desiderio era semplice: "ricorda chi eravamo", così mi ha detto. Era la sua speranza, se un anima libera dovesse arrivare in questo luogo, negli innumerevoli secoli di là da venire, possano tutte le nostre voci sussurrarti dalle pietre senza età, "Va' a dire agli Spartani, viandante, che qui, secondo la legge di Sparta, noi giacciamo". E così il mio re è morto. E i miei fratelli sono morti. Appena un anno fa. A lungo ho pensato alle parole del mio re, criptiche parole di vittoria. Il tempo gli ha dato ragione, perché da greco libero a greco libero si è tramandata la notizia che il prode Leonida e i suoi 300 soldati, così lontani da casa, hanno dato la vita, non solo per Sparta, ma per tutta la Grecia e per la speranza difesa da questa nazione. Ora, qui su questo aspro frammento di terra chiamato Platea, le orde di Serse affrontano la loro disfatta! Lì davanti i barbari si raccolgono, è nero il terrore che afferra saldo i loro cuori, con dita di ghiaccio; conoscono molto bene gli impietosi orrori che hanno sofferto per le lance e le spade dei 300 spartani, e ora fissano lo sguardo su questa pianura dove ci sono 10.000 Spartani alla testa di 30.000 liberiGreci! Le forze del nemico ci superano di sole 3 volte! Buon segno per tutti i Greci. Quest'oggi noi riscattiamo il mondo dal misticismo e dalla tirannia e lo accompagniamo in un futuro più radioso di quanto si possa immaginare. Dite grazie soldati, a Re Leonida e ai prodi 300! Alla vittoria!
“Quello che è brutto della guerra è che priva l'uomo della sua lotta individuale.”
“Prima di una guerra la scienzamilitare sembra una vera scienza, come l'astronomia; ma dopo una guerra sembra più come l'astrologia.”
“Dal punto di vistamilitare, la guerra in Vietnam l'abbiamo vinta noi sul campo, vincendo ogni scontro in cui siamo stati coinvolti.”
“La guerra è paura avvolta in un manto di coraggio.”
“I militari non iniziano le guerre. Sono i politici a farlo.”
“Il Vietnam mi ha portato via un figlio e io non sapevo nemmeno perché eravamo là!”