“Dopo la sciata papale sull'Adamello, alcuni della curia presero a pregare: 'Concedi Signore a noi poverifigli d'Adamo di ridiscendere sofficemente l'Adamello verso le mete desiderate. Amen e così scia!'.”
“La prima esecuzione dell'Inno alla Gioia di Ludwig van Beethoven ebbe luogo a Vienna al 'Kärntnertor Theater' il 7 Maggio 1824, il coro interviene nel quarto tempo della sinfonia, quando la sonorità ha raggiunto il massimo. Il quartetto di flauti è impegnato nel proporre il tema e la sua controfigura, che lo segue a distanza di terza o sesta inferiore. Il resto dell'orchestra sostiene con accordi secchi ed energici, con ritmo marziale formato da semiminima e pausa di croma seguita da croma. L'orchestra era teoricamente diretta da Beethoven stesso, ma in realtà il vero direttore era il maestro di cappella Michael Umlauf. L'esecuzione fu perfetta e l'emozione che suscitò sul pubblico enorme. Beethoven, dopo l'ultima nota della prima esecuzione della Nona Sinfonia, rimase per parecchi secondi assorto nella sua sordità, seduto vicino al direttore con le spalle rivolte al pubblico che applaudiva furiosamente. La cantante Caroline Unger, che appena ventenne aveva preso parte come solista all'esecuzione, ruppe il protocollo per costringerlo a voltarsi affinché vedesse l'esultanza della folla e capisse quale grande successo aveva riscosso, lasciò il suo posto e si avvicinò a Beethoven, ancora chino sul leggio e rivolto verso gli orchestrali, gli toccò il braccio mentre egli le diede un'occhiata severa, ma Caroline insistette e lo voltò verso la folla che acclamava entusiasta sventolando un mare di fazzoletti bianchi. In una 'standing ovation', prima una persona, poi tutto il pubblico si alzarono. Chi gli era vicino racconta che una singola, piccola lacrima di gioia luccicò sulla gota del compositore.”
“Dopo la guerra in Afghanistan, Anna [Wintour, editrice di Vogue], decidendo di salvare il mondo un bigodino alla volta, pensò che il modo migliore per aiutare le donne in questa terra martoriata fosse quello di avviare una piccola scuola di estetica a Kabul, dove le operatrici umanitarie potessero farsi aggiustare gli spinaci che avevano i testa. Vanity Fair, pubblicata dalla castiga-Bush Graydon Carter, salutò compiaciuta il suo grande sforzo umanitario.”
Usciti dalla chiesa, ci intrattenemmo per qualche tempo a discorrere sull’ingegnoso sofisma del vescovo di Berkeley nel dimostrare che la materia non esiste, e che ogni cosa nell’universo è puramente ideale. Osservai che per quanto si fosse convinti della falsità di tale dottrina, era tuttavia impossibile confutarla. Non dimenticherò mai la prontezza con cui Johnson rispose, battendo il piede con tutta la sua forza su una grossa pietra, fino a farla risuonare: “La confuto così”.
“Daccono degli Ardinghelli, cittadino di Firenze, chiamato ad essere tutore d'un pupillo, ne amministrò per lungo tempo i beni, e tutti li consumò a mangiare e a bere. Quando finalmente gli vennero chiesti i conti, il magistrato gli ordinò di presentare i libri dell'entrata e dell'uscita, come si dice; ed ei mostrò la bocca e il sedere, dicendo che non aveva, fuori di quelli, alcun libro d'entrata e d'uscita.”
“Il candidatoDemocratico al Senato dell'Oregon, Tob Bruggere, nel descrivere il suo sostegno all'assistenza medica completa durante un dibattito dei candidati, disse che sosteneva la copertura medica 'dall'erezione alla resurrezione'. Più tardi corresse in 'dalla culla alla bara'.”