Qualche anno fa, d'estate, un'insegnante sedeva sulla spiaggia e si riposava dopo aver fatto una lunga passeggiata lungo un sentiero costiero della Cornovaglia. Mangiava un panino e guardava quel che accadeva sulla spiaggia.Due bambini, di circa sei anni, giocavano; si erano divertiti a correre per un po' e ora, stanchi, si erano seduti e parlavano tra loro.Forse si erano appena conosciuti, come accade facilmente tra bambini in vacanza; in ogni caso sembravano avere un mucchio di cose da dirsi. Uno dei due disse all'altro: “Cosa vuoi fare da grande? Io sarò neurochirurgo”.“Accidenti. Non lo so, non ci ho mai pensato. Non sono molto intelligente, sai”.Il vento della Cornovaglia portò via il resto della loro conversazione e l'insegnante rimase a chiedersi chi avesse indotto il secondobambino a costruire una visione di sé tanto limitata. Probabilmente proprio un insegnante! O un genitore. Se quel bambino non avesse cambiato subito quella convinzione e se qualcuno non l'avesse aiutato a cambiarla, quell'idea avrebbe influenzato tutta la sua vita, limitandolo e impedendogli di sviluppare le sue potenzialità.Le convinzioni non sono la realtà; sono costrutti attorno ai quali organizziamo i nostri comportamenti. Tutti ci comportiamo come se fossero veri e, per questo motivo, le nostre convinzioni diventano realtà, perché, positive o negative che siano, sono profezie che si autoavverano.

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Nick Owen

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Il Grande Maestro e il Guardiano condividevano l'amministrazione di un monastero zen. Un giorno, il Guardiano morì e fu necessario sostituirlo. Il Grande Maestro riunì tutti i discepoli per scegliere chi avrebbe avuto l'onore di lavorare direttamente al suo fianco. "Vi esporrò un problema - disse il Grande Maestro - e colui che lo risolverà per primo sarà il nuovo Guardiano del tempio". Terminato il suo brevissimo discorso, collocò uno sgabellino al centro della stanza. Sopra c'era un vaso di porcellana costosissimo, con una rosa rossa che lo abbelliva. "Ecco il problema", disse il Grande Maestro. I discepoli contemplavano, perplessi, ciò che vedevano: i disegni raffinati e rari della porcellana, la freschezza e l'eleganza del fiore. Che cosa rappresentava tutto ciò? Cosa fare? Qual era l'enigma? Dopo alcuni minuti, uno dei discepoli si alzò, guardò il Grande Maestro e gli allievi tutt'intorno. Poi, si avviò risolutamente al vaso e lo scagliò per terra, mandandolo in frantumi. "Tu sarai il nuovo Guardiano", disse il Grande Maestro all'allievo. E non appena questi fu tornato al suo posto, spiegò: "Io sono stato molto chiaro: ho detto che vi trovavate davanti a un problema. Non importa quanto bello e affascinante esso sia, un problema deve essere eliminato. Un problema è un problema; può trattarsi di un rarissimo vaso di porcellana, di un meraviglioso amore che non ha più senso, o di un cammino che deve essere abbandonato, ma che noi ci ostiniamo a percorrere perché ci fa comodo… C'è solo una maniera di affrontare un problema: attaccandolo di petto. In quei momenti, non si può né avere pietà, né lasciarsi tentare dall'aspettoaffascinante che qualsiasi conflitto porta con sé".


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