Il giorno che si pagheranno le tasse per la gente che muore nel mondo, e si farà l'elemosina per preparare le guerre, io canterò "We Are the World". Prima di allora, sì ragazzi, ho dieci dollari, e me li tengo.
“Alla fine, noi abbiamo solo un doveremorale: reclamare larghe aree di pace in noi stessi, più e più pace, e di rifletterle verso gli altri. E più pace c’è in noi, più pace ci sarà nel nostro mondo turbolento.”
Gli scrittori, specialmente gli scrittori di guerra, non creano ma ricreano, e la lettura è insieme ricreazione e ri-creazione di ciò che è sfuggito alla presa del presente per nascondersi nei recessi dell’anima, di ciò che è rimosso, dimenticato. Il nome di questo vuoto fatto di amnesia è "pace", la cui prima concisa definizione è "assenza di guerra".
“L'unica difesa sicura è l'attacco. Attaccate sempre!”
“Dove il soldatotedesco mette piede, là resta!”
“La razzaumana è diventata forte nella lotta perpetua, e non potrà che perire in una perpetua pace.”