“Provinciale è colui che pensa in termini di un ambiente ristretto e marginale, al quale attribuisce un significato universale.”
“La tecnica e il consumismo non sono necessariamente portatori di valori culturali o spirituali. Gli europei, soprattutto quelli occidentali, stanno attraversando una crisi della loro religiosità, o spiritualità che dir si voglia, cosa che non accade agli abitanti di altri continenti. L’uomo è un essere spirituale e non accetta ciò che, secondo il suo modo di sentire, minaccia i valori profondi nei quali si identifica. I musulmani e gli indù sono inconsciamente portati a considerare la globalizzazione come qualcosa capace di intaccare la loro identità. Per cui si irrigidiscono, sottolineando con più forza l’attaccamento all’aspetto spirituale della loro cultura.”
“La xenofobia è la malattia di gente spaventata, afflitta da complessi di inferiorità e dal timore di vedersi riflessa nello specchio della cultura altrui.”
“In base all’analisi realistica della naturaumana, nessuno - messo in situazioni estreme - può prevedere le proprie reazioni. Non si sa mai a quali calunnie, a quali tradimenti si può essere costretti.”
“I libri sulle rivoluzioni iniziano di solito con un capitolo dedicato alla corruzione del potere in declino, alla miseria e alle sofferenze del popolo. Dovrebbero invece cominciare con un capitolo di analisi psicologica dove si spieghi il processo per cui un uomooppresso e in preda al terrore vince improvvisamente i propri timori e smette di avere paura. È un processo insolito, che talvolta si compie in un attimo come per una specie di choc liberatorio: l’uomo si sbarazza della paura e si sente libero. Senza questo processo, non ci sarebbe alcuna rivoluzione.”
“In un paesericco, i soldi sono pezzi di carta con cui si possono comprare oggetti di consumo al mercato. In questo modo siamo solo clienti. Perfino un milionario è solo un cliente e niente di più. E in un paesepovero? In un paesepovero, i soldi sono una stupida barriera, bizzarra e spesso fiorente, che separa da qualsiasi altra cosa.”
“Intorno all’islam è in atto un grande giocopolitico: quello dei media che cercano di creare nell’inconscio dello spettatore di massa un’associazione tra islam e terrorismo. Si tratta di uno stratagemma puramente politico: in realtà, i movimenti terroristici non costituiscono che una minima parte dell’islam. Per quanto spettacolari possano essere, non dobbiamo scordarci che il principale bersaglio dei cosiddetti fondamentalisti sono soprattutto i governi arabi. Sono loro, a essere veramente minacciati. Si tratta di un conflitto interno all’islam che, per sua natura è una religione estremamente mite, fatta di umiltà, di preghiera, di elemosine e di fatalismo. Ecco perché non è corretto parlare di uno scontro fra l’islam e il mondo occidentale.”
“Niente dissipa i pregiudizi meglio del conoscere popolazioni dotate di usanze, leggi e opinionidiverse dalle nostre; una diversità che con poca fatica ci insegna a respingere tutto ciò in cui gli uomini si differenziano e a considerare come voce della natura tutto ciò in cui si assomigliano: le leggi primarie della natura sono infatti uguali in tutti i popoli. Non offendere nessuno, riconoscere a ciascuno quanto gli spetta.”
“Felice colui che ha rinunciato al mondo prima che il mondo abbia rinunciato a lui.”
“L’Europa invecchia: se vorrà mantenere il proprio livello di sviluppoeconomico e il suo standard di vita sarà costretta a importare forzalavoro dai paesi del Terzo mondo. E qui interviene un processo che in parte è già iniziato, ossia l’islamizzazione dell’Europa. In alcuni stati, come la Francia e la Germania, l’islam è ormai la seconda religione. Il processo continuerà e si intensificherà: la cosa è inevitabile. Il Terzo mondo comincerà gradualmente a infiltrarsi nei paesi più ricchi, com’è ormai evidente negli Usa e nel Canada.”
“Oggi i media si muovono in branchi, come pecore in gregge; non possono spostarsi separatamente. Per questo, su tutto ciò che viene riportato, leggiamo e ascoltiamo gli stessi resoconti, le stesse notizie.”
L’islam, come l’ortodossia, non ha mai conosciuto né la Riforma né l’Illuminismo. Ogni volta che nell’islam compariva una corrente modernizzatrice, i suoi fautori venivano sconfessati ed emarginati dall’umma. Per un musulmano l’esclusione rappresenta il castigo più grave. Non per niente c’è un proverbio che dice: Non basta un musulmano a fare un musulmano... Si tratta di un sentimento derivante soprattutto da un’esperienza di vita in condizioni desertiche, dove il singolo individuo non contava niente. Un europeo non riuscirà mai a capirlo. Nella civiltà occidentale si pone l’accento sull’individualismo: è l’individuo libero quello più in grado di diventare pienamente creativo, indipendente, “se stesso”. Nella tradizione islamica è tutto il contrario: per un musulmano essere solo significa perire. L’uomo abbandonato a se stesso non può funzionare, non solo in sensoreligioso, ma anche biologico. Stare nell’umma significa stare dentro a ciò che crea l’uomo.
“Un elemento della nostra professione è il costante approfondimento delle nostre conoscenze.”
“La memoria è una proprietà privata su cui il potere non ha diritti.”
“L’uomo della società di massa è caratterizzato dall’anonimità, dalla mancanza di legami sociali, dall’indifferenza verso l’altro e, a causa del suo sradicamento culturale, dall’impotenza e dalla vulnerabilità al male, con tutte le sue tragiche conseguenze, di cui la più disumana sarà l’Olocausto.”