“Il passato, il futuro. Ci sono momenti nella storia in cui la rinuncia al coraggio di progettare il nuovo apre la strada a chi guida la rabbia verso approdi sconosciuti. La sinistra non può avere paura del futuro, né nostalgia del passato.”
“Da una parte chi, con la nascita del Partitodemocratico, pensava dovesse prevalere la rottura, il cambiamento radicale, l’innovazione coraggiosa, una vera nuova identità. Dall’altra chi aveva come legittima priorità «dare un senso a questa storia», alla novecentesca vicenda della sinistra italiana, piuttosto che rischiare la navigazione in mare aperto per scrivere una storia inedita, quella del centrosinistra del Duemila.”
“Tra il lavoratore disperato perché sta perdendo il suo posto e con esso la propria dignità e il piccolo o medio imprenditore che non sa come pagare il mutuo della banca che gli chiede di «rientrare», c’è una comunità di destino. Sono, tutti e due, pilastri dell’economia e della società. Solo chi non è mai stato in una azienda italiana può pensare che la soluzione per questo tempo di recessione sia riaprire il conflitto tra padroni e operai. Solo chi non ha mai sentito l’imprenditore informarsi delle condizioni di salute del figlio del suo operaio e viceversa può pensare che la strada sia metterli l’uno contro l’altro.”
“Forse, davanti al risultato delle elezioni di febbraio 2013, si doveva, proprio da parte del Pd, proporre un governo del Presidente, guidato da una personalità indipendente tipo Emma Bonino, che interpretasse il bisogno di cambiamento e si rivolgesse all’intero arco delle forze parlamentari.”
“La sinistra tende ad arroccare, a riparare dietro le vestigia di un tempo forse mai esistito. Così, per estremo paradosso, la sinistra appare il contrario della sua stessa natura.”
“Quella del febbraio 2013 è, in termini quantitativi, la più grande sconfitta politica ed elettorale della storia della sinistra degli ultimi cinquant’anni.”
“Si abbia il coraggio, in un contesto di comune responsabilità istituzionale, di assumere per intero il modello della quinta Repubblicafrancese: un sistema semipresidenziale e un meccanismo elettorale a doppio turno di collegio.”
“In un momento analogo, la spaventosa crisi del ’29, Roosevelt sviluppò la più grande macchina di giustiziasociale del Novecento, il welfare, e la alimentò con la visione del New Deal. Non difese quello che c’era prima, giustiziato dalla crisi di un sistema: inventò il nuovo.”
“Con Mussolini abbiamo avuto il potere, ma non la libertà. Con la Repubblica la libertà, ma non il potere. Se l’Italia non riuscirà a ricongiungere i due termini essenziali di una democrazia il suo futuro è esposto a rischi elevatissimi.”
“Quando si perde un terzo dei voti, quando quattro milioni di persone decidono di non votare più per te, quando il tuo avversario storico dimezza i suoi consensi e non un voto viene a te, quando i giovani ti voltano le spalle, forse è giusto fermarsi a cercare di capire, dirsi anche cose dure.”
“La sinistra conservatrice: non riesco ad accettare che non sia un ossimoro.”
Il fatto che Grillo dica che sarà cancellata la democrazia rappresentativa perché si farà tutto in rete rischia di dare ragione a coloro che dicono che la democrazia elettronica è la forma di populismo del terzo millennio… Poi si scopre che Grillo al Nord dice “non diamo la cittadinanza agli immigrati” e al Sud che la mafia è meglio del ceto politico, allora vediamo che il tessuto di questi movimenti è estremamente pericoloso.
“Vado a trovare ogni tanto Carlo Ciampi e trovo più curiosità per il mondo nuovo in lui che in giovanipolitici di professione preoccupati solo della loro carriera e di posizionarsi in correnti e correntine che li proteggano, non importa più in nome di quali idee.”
“I social network sono una parte della meraviglia: opinioni che circolano a migliaia, un tripudio della democrazia. Rapporti affettivi, familiari, di amicizia o di amore che si intrecciano per questa via. Un mondo piccolo, raggiungibile, umano. Ma i social hanno portato con sé anche dei mutamenti del «discorso pubblico».”
“La verità, drammatica, è che mai, nella storia d’Italia, il riformismo è stato maggioranza.”