“C’è sempre qualcuno che giudica la propria vita tanto intollerabile da pensare che la soluzione migliore sia accelerare il trapasso a un altro livello di esistenza.”
“Ho una sensazione, la sensazione che noi due siamo destinati a stare insieme. Che abbiamo già combattuto fianco a fianco nel passato, o nel futuro, non so.”
“Sei la persona più coraggiosa che conosco, e sei mio amico. Non mi importa se sei immaginario.”
“Era un sogno e nei sogni non si ha scelta; o non ci sono decisioni da prendere, oppure le decisioni sono state già prese molto prima che il sogno avesse inizio.”
“Quando si muore, è tutto concluso. Finito. Hai fatto quel che hai fatto, sognato il tuo sogno, scritto il tuo nome.”
“Esistono cose chiamate misteri. Ci sono cose di cui è proibito parlare. Ci sono cose che la gente non ricorda.”
“Dèi delle carte di credito e delle autostrade, di Internet e del telefono, della radio e dell’ospedale e della televisione, dèi fatti di plastica, di suonerie e di neon. Dèi pieni di orgoglio, creature grasse e sciocche, tronfie perché si sentono nuove e importanti.”
“Il vero pane è bianco, preaffettato e non sa quasi di niente: sono questi i requisiti essenziali.”
“I miti mi piacevano. Non erano storie da adulti e non erano storie per bambini. Erano molto meglio. Erano, e basta.”
“Gli dèi muoiono. E quando muoiono davvero nessuno li piange o li ricorda.”
“Nemmeno gli adulti, dentro, hanno l’aspetto da adulti. Fuori sono grandi e grossi, sventati e sicuri di sé.”
“Non arriverà mai il momento in cui riuscirai a dimenticare, in cui smetterai di cercare in cuor tuo qualcosa che non puoi avere, qualcosa che non puoi nemmeno immaginare fino in fondo, la cui mancanza ti guasterà il sonno e i giorni e la vita, finché non chiuderai gli occhi per l’ultima volta.”
“Pensavo agli adulti. Chissà se era proprio così, se davvero erano tutti bambini racchiusi in un corpo da adulto, come libri per bambininascosti dentro lunghi e barbosi libri per i grandi, di quelli senza disegni e senza dialoghi.”
“Adoravo dormire con la finestra aperta. Le notti di pioggia erano il massimo: la aprivo e appoggiavo la testa sul cuscino e chiudevo gli occhi e sentivo il vento sul viso e ascoltavo gli alberi ondeggiare e scricchiolare. Di tanto in tanto il vento, se ero fortunato, mi portava sul viso una goccia di pioggia, e io immaginavo di stare sulla mia nave in mezzo all’oceano, la nave cullata dall’onda morta. Non immaginavo di essere un pirata, o di andare da qualche parte. Ero soltanto sulla mia nave.”
“Il problema con gli esseri viventi è che non durano a lungo. Oggi sono micetti, domani gattivecchi. Dopodomani solo ricordi. E i ricordi sbiadiscono, si imbrogliano, si confondono.”