“Nulla di ciò che è per natura può assumere abitudini ad essa contrarie: per esempio, la pietra che per natura si porta verso il basso non può abituarsi a portarsi verso l’alto, neppure se si volesse abituarla gettandola in alto infinite volte.”
“Per ritrovare Dio, basta guardarsi intorno.”
“Siete voi di città che la chiamate natura. È così astratta nella vostra testa che è astratto pure il nome. Noi qui diciamo bosco, pascolo, torrente, roccia, cose che uno può indicare con il dito. Cose che si possono usare. Se non si possono usare, un nome non glielo diamo perché non serve a niente.”
Guardo gli arbusti, le zolle di terra che pendono dalle loro radici, e trattengo il respiro, mentre il mio cervello registra il termine “rosa”. Sto per mettermi a strillareparolecrudeli contro Peeta, quando mi rendo conto del nome completo della pianta. Non semplicemente rosa, ma “prima rosa”, primrose, la “primula”. Lo stesso nome di mia sorella.
“Là in fondo al prato, nel folto celato c’è un manto di foglie di luna illuminato. Scorda le angustie, le pene abbandona. Quando verrà mattina, spariranno a una a una. Qui sei al sicuro, qui sei al calduccio, qui le margherite ti proteggono da ogni cruccio.”
“Il sole splendeva a tal punto da accecarmi, i candidi gabbiani che si rincorrevano in lontananza sembravano sfiorarmi il viso con le ali, il mite mormorio delle onde sulla battigia era come un tuono dentro alle mie orecchie.”