“Erano le Olimpiadi di Roma del 1960 e mi trovai, come sottosegretario, a mediare le richieste dei pescatori di cozze del golfo di Napoli che, essendo sede delle gare di regata velica, doveva essere temporaneamente interdetto alla pesca. La situazione che si presentò fu paradossale, perché da un lato i pescatori di cozze presentavano una situazione di miseria estrema, che sarebbe stata aggravata dalla mancanza dei guadagni per la loro mancata attività, dall'altra, quando si arrivò a parlare di rimborsi, presentavano richiesteeconomiche esagerate per i mancati introiti che il fermo avrebbe comportato.”

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Giulio Andreotti
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Nato 14 gennaio 1919 a Roma
Morto 6 maggio 2013

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“Una principessa di un ricco stato dell'India bella e annoiata venne a sapere di un saggio che viveva in una grotta alle estreme propaggini del suo regno. Si diceva che quest'uomosanto avesse trovato la pace e la felicità nella sua vita austera di eremita. Nei villaggi alle falde della montagna dove viveva era tenuto in gran considerazione e si raccontavano miracoli sulla sua vita. Incuriosita, la meravigliosa principessa con tutto il suo seguito, decise di intraprendere un lungo viaggio per conoscerlo. Giunta infine alla grotta dell'eremita indossò l'abito più bello e si presentò al saggio. Questi viveva in un antro buio e umido, coperto solo da un perizoma di tela, i capelli gli ricadevano sin sulle spalle e una barba incolta contornava il suo viso segnato dalle privazioni. Egli rimase indifferente alla visita illustre e con gentilezza e decisione congedò velocemente la nobiledonna. Scoraggiata e arrabbiata da una simile accoglienza decise di avere la meglio su quel santone scostante. Quindi fece disporre il suo accampamento vicino alla grotta e vi fece visita ogni giorno. Pianopiano il rapporto fra queste due persone così diverse si approfondì, la principessa raccontava degli sfarzi del suo palazzo, delle feste gioiose che si tenevano ogni giorno, dei cibi squisiti serviti, dei suoi amanti appassionati e così via... Il sant'uomo ascoltava e sorrideva serenamente. Passavano i mesi, e un giorno, all'alba la principessa ebbe un'intuizione che gli avrebbe dato ragione su quell'uomo enigmatico. Così quando quel giorno lo incontrò gli disse: 'Swami, la tua vita sembra perfetta nella sua semplicità, non abbisogni di niente eppure sei felice, ma nella tua esistenza c'è un errore.' L'uomo incuriosito replicò: 'dimmi amica mia, qual è?' 'Vedi - disse lei sorridendo - nella tua virtù non c'è alcun merito, poiché tu hai sempre vissuto qui, non hai mai conosciuto i piaceri del mondo per cui la tua rinuncia non ha valore'. Il saggio rimase colpito dalla logica del ragionamento e disse: 'Hai ragione! domani partirò con te per il tuo palazzo e potrò conoscere i piaceri di cui tu mi hai parlato, così sarà'. Quella notte la nobile principessa non dormì. I pensieri le turbinavano nella mente senza sosta, perché si rese conto che in quei mesi trascorsi sulla montagna la sua vita era stata serena come non mai. Al mattino l'incredulità del seguito fu notevole quando vide l'eremita vestito riccamente in groppa all'elefante più bello dare il segnale di ritorno a palazzo, ma non fu niente in confronto allo stupore di vedere la loro principessa seminuda che annunciava che d'ora in avanti avrebbe vissuto nella grotta in eremitaggio e lasciava tutto: il suo regno, i titoli, le ricchezze al santone. Dopo pochi mesi la principessa morì di stenti sola su quella montagna disabitata e l'eremita morì anch'egli poco dopo, ma della vita dissoluta a cui non era abituato. Morale: questo è quello che accade quando si vuol far cambiareidea agli altri!”

~ Cit. Mark Twain


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