“L’infelicità è essa stessa un vizio.”
“L'avarizia è la forma più sensuale di castità.”
“La verità esiste, ma non possiamo mai sapere se è quella che stiamo dicendo noi.”
“L'idea che il denaro venga visto come un simbolo di peccato, come qualsiasi gradino che distacca dalla povertà o dalla semplicità possa essere un gradino che ti allontana dalla purezza, questa è un'idea molto pericolosa.”
“Il potere non si contesta, si conquista.”
“La politica dovrebbe rappresentare interessi, interpretare ideali, colmare il divario tra sogno e realtà; non può essere fatta solo sottolineando i vizi del proprio avversario.”
“La politica in tv può essere molto facile per i politici, o per i politici che fanno finta di non essere tali: i politici populisti.”
“C'è un terribile tic culturale per cui si considera informazione politica solo il talk show. Non è così.”
“Sono sempre stato convinto che essere di destra significhi difendere le opportunità di tutti, mentre essere di sinistra significhi darsi da fare perché tutti abbiano più opportunità.”
“Accusare i talk-show di dare una brutta immagine della politica è come prendersela con il termometro quando si ha la febbre.”
“Il giornalista può essere fazioso, il giornalismo non lo è mai.”
Che cosa è il populismo? In politica è la tendenza di un soggetto a rivolgersi direttamente a un non meglio identificato "popolo", da lui considerato portatore di valori positivi in contrasto a una non meglio identificata "élite" (da noi diremmo "la casta", o "i poteri forti", "le sinistre", talvolta "le destre", spesso "i politici"...) portatrice di valori negativi.
Vittorio Foa all'on. Pisanò in un dibattito televisivo:"Se avesse vinto lei io sarei ancora in prigione. Avendo vinto io, lei è senatore della repubblica e parla qui con me".
“Nella primavera del 1944, dopo la famosa 'svolta', Togliatti era a Salerno ministro nel governo presieduto dal maresciallo Badoglio. Un giorno il ministro degli Esteri, che era Carlo Sforza, chiese che il governo lanciasse un pubblico appello agli italiani delle due parti del fronte per salvare la patria divisa e sofferente. Tutti furono d'accordo e senza eccedere nell'immaginazione diedero incarico di scrivere l'appello a Benedetto Croce, considerato come il più alfabetizzato del gabinetto. Croce si consultò con Sforza: che tono tenere? E se Togliatti farà le sue obiezioni? Niente paura disse Sforza che era un esperto diplomatico. Croce carichi pure il linguaggio, se Togliatti obiettava ci avrebbe pensato lui, Sforza, a trovare un punto di compromesso. Così nella seduta successiva del Consiglio dei ministri Croce lesse l'appello e tutti attesero l'intervento del comunista, che sembrava immerso in una profonda riflessione. A un certo punto chiese la parola. Ecco, ci siamo si scambiarono un'occhiata Croce e Sforza. Togliatti cominciò così: 'È un buon documento; sì, proprio buono, all'altezza della situazione. Ho solo un'osservazione da fare (tutti attenti, adesso ci siamo): non si mette il gerundio all'inizio di una frase; ce lo ha insegnato il nostro don Basilio; non è vero, don Benedetto?' concluse rivolgendosi a Croce. Il richiamo al grande purista napoletano Basilio Puoti impediva qualsiasi replica.”
“Essere a sinistra vuol direessere qui e anche altrove, vivere oggi e contemporaneamente domani; vuol direagire per sé e anche per gli altri.”