“- John Colby: Qual è il verdetto per Williams?- Karl Von Steiner: Uno spiacevole errore!- John Colby: Questa guerra è tutta uno spiacevole errore!”
“La musica non ha bisogno delle parole, né dell'esperienza. La musica c'è.”
“E' vero che lo trattano come una pin-up. E capisco anche che questo gli dia un gran fastidio. Ma perché allora, quando gli dicono di togliersi le mutande, se le toglie?”
“- Hai paura che se io mi rimetto in moto, possa fallire?- No, ho paura che lei voglia farlo.”
“Le persone che non mantengono la parola in Giappone si uccidono. Le persone che non lo fanno qui uccidono te.”
“- Bruce: Quel bandito, in Birmania, lo avete preso?- Alfred Pennyworth: Sì.- Bruce: Come?- Alfred Pennyworth: Abbiamo bruciato la foresta.”
“- Bruce: I criminali non sono complicati, Alfred. Bisogna solo scoprire cosa vuole.- Alfred Pennyworth: Con tutto il rispetto, signor Wayne, questo è un uomo che nemmeno lei capisce appieno. Molto tempo fa ero in Birmania con degli amici e lavoravamo per il governo locale. Volevano che comprassimo la fedeltà dei capitribù corrompendoli con delle pietre preziose; ma i carri del governo vennero assaliti da un bandito in una foresta a nord di Rangoon. E così iniziammo a cercare le pietre, ma in sei mesi non incontrammo nessuno che avesse fatto affari con lui. Un giorno vidi un bambino che giocava con un rubino che era grande come un'arancia. Il bandito le aveva buttate via tutte.- Bruce: E perché le ha rubate?- Alfred Pennyworth: Beh, perché lo trovava un gran divertimento; perché certi uomini non cercano qualcosa di logico come i soldi: non si possono comprare né dominare, non ci si ragiona né ci si tratta. Certi uomini vogliono solo veder bruciare il mondo.”
“Fai tante flessioni e non riesci neanche a sollevare una trave!”
“- Alfred: Avrà bisogno del Batpod Signore?- Bruce: In pieno giorno, Alfred? Non è molto discreto.- Alfred: La Lamborghini, allora. Molto più discreta.”
“Signore, non posso dirle cosa fare del suo passato, ma so che alcuni di noi hanno a cuore cosa farà del suo futuro.”
A Verona ci rimasi circa sette anni. Lì incontrai Umberto Smaila e gli altri e formammo i “Gatti di Vicolo Miracoli”. A Verona nacque il sogno, ma che realizzai a Milano.
“- Prostituta: M'ha messo i piedi su la coscia!- Gianni: Non preoccuparti: l'ingegnere è uno che i piedi se li lava.”
“Conosco i miei limiti: non sono bello, piaccio!”
“I miei film vanno ancora forte in tv. Lavoro come un matto. Per me è importante avere una sala sempre piena di gente da intrattenere e divertire.”
Io, in realtà, mi chiamo Calogero e quando all’appello arrivava il mio turno con “Calà Calogero”, tutti scoppiavano a ridere. Poi i compagni per simpatia cominciarono a chiamarmi Jerry anche perché facevo ridere come Jerry Lewis.